Ci sono molte occasioni in cui è utile ricordare un discorso a memoria: per esempio, durante un’interrogazione in classe, un comizio, un congresso o un’intervista in TV. Il problema è come riuscire a farlo senza impazzire.
Un altro metodo molto utile è antico ma ancora oggi molto efficace: la tecnica del Palazzo della Memoria.
Scopriamone di più.
La capacità di comunicare accomuna tutti gli esseri viventi e, spesso, è determinante per la loro stessa sopravvivenza.
Anche per gli esseri umani è così: una comunicazione corretta, infatti, ha un’influenza positiva sui nostri rapporti sociali, definendo il nostro ruolo all’interno della comunità.
Pensiamo alla scuola per esempio: uno studente brillante è tale non solo perché studia bene dedica tempo e risorse a immagazzinare nozioni, ma anche perché è in grado di esprimerle al meglio durante esami e interrogazioni.
Insomma, per usare un gioco di parole, uno studente valido è quello capace di far capire ciò che ha appreso.
Anche in politica, saper comunicare bene è sempre una strategia vincente, perché gli elettori sono più propensi ad accordare il proprio voto (e, di conseguenza, la propria fiducia) a chi riesce a convincerli, a dare espressione ai loro problemi e a presentare le soluzioni più valide per risolverli.
Tutto questo presuppone saper parlare. E non necessariamente “a braccio”.
Anzi, è molto raro che un discorso venga bene se pronunciato di getto, senza alcuna preparazione. Nel 99% dei casi, al contrario, uno speech viene accuratamente studiato e preparato a tavolino, scegliendo con molta attenzione ogni singola parola.
Il problema, però, è riuscire poi a ricordarlo. E qui entrano in gioco le tecniche di memorizzazione, di cui una delle più efficaci è quella che prenderemo qui in esame, chiamata tecnica del Palazzo della Memoria o tecnica dei loci.
Leggere e ripetere? Meglio di no
Imparare un discorso non significa trasformarsi in macchine, leggendolo e ripetendolo mille volte: la tecnica del Palazzo della Memoria ha come presupposto il fatto che la memorizzazione non deve essere un’attività noiosa, routinaria e lenta ma al contrario divertente, veloce ed efficace. L’origine di questo metodo si fa risalire a 2.500 anni fa, quando, secondo la leggenda, l’oratore greco Simonide di Ceo, dopo il crollo di un palazzo in cui era stato per partecipare a un banchetto, fu in grado di riconoscere i corpi delle vittime ricordando il posto che occupavano a tavola.
Per capire le basi della tecnica, però, bisogna fare un salto temporale ancora più lungo, andando all’epoca dei primi Homo Sapiens. In qualità di cacciatori-raccoglitori, ciò che serviva loro non era tanto memorizzare concetti astratti (come le parole), bensì ricordare dove stavano risorse vitali come acqua e cibo e dove si trovavano i nemici. Questo era necessario tenere a mente per sopravvivere. Ed è per questo che siamo bravi a ricordare i luoghi.
Come funziona la tecnica del Palazzo della Memoria
Schematicamente, i passaggi fondamentali per applicare al meglio la tecnica dei loci sono tre:
1-Selezionare 10 concetti-chiave del discorso.
Si tratta semplicemente di riconoscere gli argomenti più importanti e ordinarli, costruendo così le fondamenta del proprio palazzo della memoria.
2-Creare 10 punti di riferimento spaziali, ai quali associare i 10 concetti fondamentali del proprio discorso. Eccoci nel cuore della tecnica dei loci: far corrispondere a ogni concetto un luogo nello spazio. Un esempio utile può essere quello di scegliere due stanze della propria casa, individuando 5 punti di riferimento in ciascuna. Questi devono essere oggetti diversi tra loro, tutti sufficientemente grandi (una sedia, un tavolo, un divano) e ben visibili (non il Cupido di porcellana nell’angolo della mensola, per intenderci).
Ora, non resta che immaginare di essere sulla soglia della stanza e muoversi in senso orario, memorizzando la posizione dei diversi oggetti e, di conseguenza, dei corrispondenti elementi del discorso.
3- Sbloccare il cervello.
Per favorire la memorizzazione di un discorso è necessario prendersi cura della propria mente, grazie a:
- Una dieta sana, ricca di alimenti che fanno bene al cervello, come mirtilli o noci (clicca per scoprire i migliori alimenti importanti per il cervello);
- L’eliminazione dei pensieri negativi. Anche questo si può fare all’interno del “palazzo”: per esempio, se il secondo oggetto-concetto è il divano, bisogna immaginare di uccidere qui i pensieri negativi;
- L’esercizio. Il quinto oggetto-concetto è il tappeto? Immaginare di fare flessioni sulla sua superficie aiuta a sbloccare la mente e ad abituarsi all’importanza dell’allenamento.


Mappe Mentali per tenere discorsi
Ogni volta che tengo un corso mi basta semplicemente scorrere mentalmente la mappa per esporre tutte le cose che mi sono prefissato di dire. Questo consente di avere maggior chiarezza e sicurezza nell’esposizione.
In alcuni corsi, addirittura, prima spiego agli allievi le mappe e dopo mostro la mappa sugli argomenti che vogliono imparare al corso. Il risultato è che escono con le informazioni molto più chiare, nessun dubbio e sempre il punto della situazione sottocchio.
Il motivo per il quale non hanno dubbi è che, alla fine di ogni parte, ovvero prima di passare al ramo successivo, chiedo sempre se ci sono domande sulla parte appena affrontata in modo da andare avanti solo se tutto quanto è interiorizzato bene.
In una fase di controllo prima dell’esposizione, riesci a immaginare la tranquillità nell’osservare un semplice foglio, rispetto a dover consultare freneticamente almeno un centinaio di pagine scritte?
Questa ad esempio è la mappa che ho usato per un intervento che ho tenuto durante il 3° Convegno Nazionale sulla Dislessia.
