In un’epoca in cui sentiamo spesso, anche nei talk show televisivi, parlare un italiano non perfettamente corretto, conoscere la coniugazione dei verbi è importante, perché aggiunge un tassello in più al nostro personale mosaico culturale.
Ecco allora una breve guida per rispolverare le vecchie memorie di scuola ed evitare di fare brutte figure.
“Esci il cane”, “scendimi l’ombrello” e via dicendo sono espressioni sempre più frequenti nel linguaggio comune, anche se molti di noi, a sentirle, inorridiscono ed evidenziano l’importanta di imparare i verbi.
Prima di partire in quarta contro chi strapazza la lingua italiana, però, è opportuno fare una premessa: il linguaggio, così come le mode, gli usi e i costumi, cambia nel tempo.
Oggi non si parla più l’italiano di Dante e tra un centinaio di anni, molto probabilmente, tante espressioni che oggi utilizziamo nel quotidiano saranno dichiarate estinte.
Il linguaggio, infatti, per sua stessa natura, è duttile: nasce per comunicare efficacemente con gli altri e, per questo, deve adattarsi a situazioni molto diverse tra loro. Cambiando il contesto, cambia anche la comunicazione; da qui, l’ineffabilità del linguaggio, l’incapacità di fissarlo in rigidi parametri immutabili nel tempo.
Posto che l’italiano, come qualsiasi altra lingua, è inevitabilmente soggetto a modifiche, è comunque importante conoscerne le regole grammaticali: in fondo, anche se in futuro si parlerà un italiano diverso, oggi dobbiamo pensare al presente ed essere in grado di parlare (e scrivere) correttamente.
Oggi, quindi, prenderemo in considerazione le coniugazioni dei verbi italiani, cercando di riportare la luce tra le tenebre verbali in cui tante persone, complici il poco tempo per leggere libri di qualità e mass media sempre più disattenti alle regole del linguaggio, purtroppo brancolano.
Le tre tipologie di coniugazione
I verbi italiani sono divisi in tre coniugazioni, con l’infinito che termina, rispettivamente, in:
– ARE (es. lavorare)
– ERE (es. leggere)
– IRE (es. dormire)
Prima coniugazione
Per quanto riguarda la prima coniugazione, le cose da sapere sono sostanzialmente due: la prima è che si tratta della coniugazione che raccoglie il minor numero di verbi irregolari; la seconda che è proprio da questa coniugazione che nasce la gran parte dei neologismi.
Seconda e Terza coniugazione
La seconda coniugazione, invece, raggruppa la maggioranza dei verbi irregolari, mentre nella terza, erede della quarta coniugazione latina, sono inclusi i cosiddetti verbi incoativi, ossia quei verbi che aggiungono, in alcune voci verbali, l’infisso isc tra radice e desinenza, per esempio ammorbidire à ammorbidi – isc – ano.
Verbi transitivi e verbi intransitivi
Un’altra distinzione molto importante della lingua italiana è quella tra verbi transitivi e verbi intransitivi.
Cosa cambia? Parecchio. Soprattutto, serve a capire se l’azione – indicata dal verbo – interessa il complemento oggetto oppure se il verbo è inteso in senso assoluto o, ancora, se è accompagnato da un complemento indiretto.
Facciamo un esempio concreto per capire meglio.
Nella frase: Marco mangia un gelato.
Il verbo mangiare è transitivo, perché in questo caso l’oggetto dell’azione è il gelato, che funge quindi da complemento oggetto. Attenzione però: in alcuni casi, quest’ultimo è sottointeso.
Se diciamo, per esempio: Marco mangia, è chiaro che sta mangiando qualcosa, anche se non ci è dato sapere di che si tratta.
Nei verbi intransitivi, come suggerisce il loro stesso nome, l’azione non transita dal soggetto al complemento oggetto, ma il verbo – come accennavamo poc’anzi – è accompagnato da un complemento indiretto.
Consideriamo la frase: Marco ha giocato con Luca tutto il pomeriggio.
In questo caso, l’azione non presuppone la risposta alla domanda “Chi?” o “Che cosa?” ma piuttosto alla domanda “Con chi?”
Particolarità delle coniugazioni
Ogni coniugazione presenta delle particolarità.
Per non stare a tediarvi, considereremo solo quelle più eclatanti.
Come, nel caso della prima coniugazione, quella che riguarda i verbi in – care e – gare, cui si aggiunge la h nelle desinenze che iniziano per i (es. ti medicherò, negheremo) e i verbi in – ciare e – giare, che solitamente perdono la i nelle desinenze che iniziano per e (es. cacciare → cacceremo; mangiare → mangeremo).
Per quanto riguarda la seconda coniugazione, la particolarità più degna di nota è il cambiamento fonetico per i verbi che terminano in – (sc)cere e – gere, che si pronunciano in modo diverso davanti alla i, alla e e alla o (es. vincere → vincono; piangere → piangono).
Rispetto alla terza, infine, vale la regola dell’aggiunta dell’infisso –isc tra radice e desinenza di cui abbiamo accennato, anche se (curiosità!) non esiste una regola fissa per stabilire quali verbi richiedono tale infisso.
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VERBI PRIMA CONIUGAZIONE
Elenco principali verbi prima coniugazione
abitare
aiutare
amare
ascoltare
aspettare
baciare
buttare
camminare
cantare
causare
cenare
chiamare
cominciare
conservare
considerare
consigliare
costare
controllare
cucinare
curare
desiderare
dimenticare
disegnare
disturbare
diventare
domandare
entrare
giocare
gridare
guardare
guidare
immaginare
imparare
incontrare
indovinare
ingrassare
iniziare
insegnare
inviare
invitare
lasciare
lavorare
lavare
liberare
lottare
mandare
mangiare
nuotare
ordinare
organizzare
osare
pagare
parcheggiare
parlare
partecipare
passare
pensare
pesare
portare
pranzare
prenotare
preoccupare
preparare
presentare
prestare
provare
raccomandare
raccontare
realizzare
recitare
regalare
restare
ricordare
riposare
rubare
salutare
salvare
sbagliare
scappare
sognare
sperare
spiegare
studiare
suonare
superare
tagliare
tirare
telefonare
tornare
trovare
viaggiare
visitare
VERBI SECONDA CONIUGAZIONE
accendere
accogliere
aggiungere
ammettere
anteporre
appartenere
appendere
assistere
assolvere
assumere
astenersi
astrarre
bere
cadere
cedere
chiedere
chiudere
cingere
circoncidere
cogliere
dipingere
dirigere
discendere
disconnettere
discutere
immergere
imprimere
parere
pendere
percuotere
perdere
permettere
persistere
raccogliere
radere
raggiungere
recidere
rendere
resistere
sapere
scegliere
scendere
sciogliere
scommettere
scomporre
sconfiggere
VERBI TERZA CONIUGAZIONE
aderire
agire
alleggerire
conseguire
consentire
contraddire
diminuire
dire
disobbedire
incenerire
indire
inferire
influire
starnutire
stordire
stupire
suggerire
uscire